Zio Giuseppe La Palombara e il cane ‘Ngeštà.

Nel comune di Vasto c’era la masseria di Giuseppe La Palombara cognato di mio nonno in quando aveva sposato la sorella Filomena.

In un giorno assolato si senti un a voce di un uomo fermato davanti al cancello della fattoria che gridava ”Uèiii, lu padrònë cë štà lu quànë”? (Ehii, il padrone ce il cane?)

L’uomo in questione era un venditore a porta a porta, che per tutta risposta senti per due volte una voce che strillava da dentro “’Ngeštà, ‘Ngeštà” (Non ce, non ce), quando il rappresentante aprì il cancello con mano la sua fedele valigia di rappresentanza avviandosi verso la casa. D’improvviso fu spinto a terra e dalla sua bocca cominciarono a uscire urla da dolore causati da morsi di un cane avventatosi su di lui, nel frattempo ne sentire tutti quegli strilli, tutta la famiglia uscì togliendo il cane di dosso al mal capitato e nello stesso tempo lo rimproverarono chiedendogli chi gli aveva detto di entrare. L’uomo frastornato e dolorante, ebbe la forza di sussurrare solo “Ma io ho sentito dire ‘Ngeštà, ‘Ngeštà”, zio Giuseppe gli rispose “Ero io che chiamavo il cane per legarlo”.

Il nome del cane era ‘Ngeštà, per fortuna il tutto finì a tarallucci e vino.

Stefano marchetta

 

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