Tutti fratelli?
In questi giorni, dove le persone costrette a stare casa sono alla ricerca di un’occupazione e hanno tanto tempo per riflettere, si ritrovano al punto di riscoprire una fratellanza dimenticata, un’appartenenza a qualcosa, la voglia di non essere lasciati soli, di essere uniti, quasi a smascherare una italianità dimenticata.
Questo mi ha fatto riaffiorare dei racconti di mia madre del periodo della seconda guerra mondiale vissuta dai suoi 12 anni ai suoi 18 anni. Lei mi narrava di come man mano che il conflitto si inaspriva, la scala sociale scompariva il ricco scendeva e il povero saliva, ognuno aveva bisogno dell’altro per sopravvivere al punto che si era tutti uguali, tutti fratelli, come dice il proverbio “Pìurë la reggènë tè bbisàgnë dë lu vicènë” (Anche la regina ha bisogno del vicinato).
Ma finite le ostilità ognuno ha rivoluto e si è ripreso il suo gradino sociale, ritornarono i don, i signori, i dottori e altri titoli, tutti dimenticarono subito gli anni della sofferenza della croce portata insieme.
Senza farci illusioni quando passerà questa epidemia, le persone si richiuderanno subito nel loro egoistico guscio.
Stefano Marchetta