Ago 11, 2022 - Articoli    No Comments

San Salvo 1846 Costanzo Cilli.

Personalmente piace ricordare, ripercorrere piccoli aneddoti di vita e riflettere su attimi di vita vissuta con i pochi elementi trovati, cercando di riuscire a calarmi nel pensiero e nella vita quotidiana di quel passato remoto, nel cercare di capire atteggiamenti che la miseria offriva e le sue soluzioni.

Come il matrimonio per dare un futuro ai propri figli, impensabili e inaccettabili ai nostri tempi, pur sapendo che l’aspettativa di vita a quei tempi era molto bassa.

Mentre leggevo alcuni documenti del 1846, quando San Salvo contava all’incirca 1700 abitanti, in uno stato di famiglia c’era la singolarità di un aggettivo “domestica”, cosa al quando strana per me visto che neanche nella famiglia più potente e ricca di San Salvo di quel tempo avevo letto questa dicitura, questo accese la mia curiosità.

La famiglia in questione è quella di Costanzo Cilli.

Costanzo era nato il 26 dicembre 1820, figlio di Giuseppe proprietario terriero morto nel 1834 a 48 anni, lui era il maggiore poi c’era Nicola (che sposo Enrichetta Marchetta) e Michele.

Quando Costanzo fece sedici anni, limiti di età riconosciuto per la legge gli fecero sposare il 14 maggio 1836 Angela Artese più grande di lui nata il 27 giugno 1815. Angela aveva perso il padre quando aveva solo tre anni la madre si risposò ma anche lei morì giovane, così il patrigno si adoperò per un matrimonio combinato.

Costanzo nonostante la giovane età, fu bravo nella gestione patrimoniale e a tenere unita la famiglia, dopo dieci anni di matrimonio nella sua casa vivevano ancora tutti i fratelli, ebbe dei figli e aveva anche una domestica.

La domestica era una certa Antonia Marcozzi cresciuta in una squallida e triste realtà, nata a San Salvo il 28 ottobre 1823 rimase orfana in tenera età avendo persi i genitori a distanza di mesi nel 1830, sposo Vitale Chiacchio di 12 anni più grande a soli quindici anni e divenne madre di Vito nato il 19 maggio 1841 e morto il 05 settembre 1844 a soli tre anni.

In una riflessione personale, voglio pensare che forse da quel giorno è andata a servizio fisso in casa, per riuscire a gestire meglio tutta la sua tribolazione, mentre il marito è rimasto a vivere con la madre Antonia.

Stefano Marchetta

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