

Sî t’à da ‘mbriacà’, ‘mbriàchetë di vuènë bbònë.
(Se ti devi ubriacare, ubriacati con un vino buono).
Questo è un tipo di consiglio per dire che se una cosa la fai. falla bene.
Sî t’à da ‘mbriacà’, ‘mbriàchetë di vuènë bbònë.
(Se ti devi ubriacare, ubriacati con un vino buono).
Questo è un tipo di consiglio per dire che se una cosa la fai. falla bene.
Non conosco i nomi di tutti a parte quello delle sorelle Alberico.
Marètë tìnghë e marètë mi faccë, fràtemë më l’aribràccë.
(Un marito ho e uno mi faccio, mio fratello mi riabbraccio).
Questa è la risposta che una donna intorno al 1860 diede.
Mi narrava mio padre che a San Salvo in una casa vicino la Chiesa di San Giuseppe la quale si affacciava sulla piazza, un gruppo di briganti fecero irruzione a notte fonda e presero prigionieri due cognati da loro condannati a morte perché in varie occasioni si rifiutarono di aiutarli, fornendo vettovaglie e rifugio. Così diedero il triste compito alla moglie/sorella di sciegliere chi dove vivere.
Pacë e sònnë.
Pace e sonno.
(Augurio che si da ai bimbi che sbadigliano)
Il posto scelto era di fianco la chiesa di San Giuseppe. Nella prima foto da sx si riconoscono: Cilli, Vitale Artese, Virgilio Cilli e Livio Baldassarre.
Questa vignetta è dedicata al mio collega Massimo De Pascalis che mi ha permesso mediante le sue foto, di conoscere luoghi di montagna a me sconosciuti della nostra bella regione, “l’Abruzzo”.
A sx si vedono ancora le case di fianco alla chiesa prima che venissero abbattute.