’Nghë la jèrvë mmollë cë së pulèscë lu quìulë.
(Con l’erba molle ci si pulisce il culo).
Questo per dire che a volte le persone educate, rispettose o debboli non vengono rispettati.
Ottimismo…
“Io speriamo che me la cavo.”
In questi giorni di tribolazioni e incertezze, di una umanità malgrado le avvisaglie nel tempo sottovalutate sembra che si stia sempre più avvicinando al ciglio del burrone, al punto di non ritorno, a causa di questa pandemia, mi sono tornate in mente le pagine di un libro letto anni fa:” Io speriamo che me la cavo”.
Così scritta:
“Io preferisco la fine del mondo, perché non ho paura, in quanto che sarò già morto da un secolo. Dio separerà le capre dai pastori, uno a destra e uno a sinistra, a centro quelli che andranno in Purgatorio. Saranno più di mille miliardi, più dei cinesi, fra capre, pastori e mucche. Ma Dio avrà tre porte. Unagrandissima (che è l’Inferno), una media (che è il Purgatorio) e una strettissima (che è il Paradiso). Poi Dio dirà: «Fate silenzio tutti!» e poi li dividirà. A uno quà a un altro là. Qualcuno che vuole fare il furbo vuole mettersi di quà, ma Dio lo vede. Le capre diranno che non hanno fatto niente di male, ma mentiscono. Il mondo scoppierà, le stelle scoppieranno, il cielo scoppierà, Arzano si farà inmille pezzi. Il sindaco di Arzano e l’assessore andranno in mezzo alle capre. Ci sarà una confusione terribile, Marte scoppierà, le anime andranno e torneranno dalla terra per prendere il corpo, il sindaco di Arzano e l’assessore andranno in mezzo alle capre. I buoni rideranno e i cattivi piangeranno, quelli del purgatorio un po ridono e un po piangono. I bambini del Limbo diventeranno farfalle:
“Io speriamo che me la cavo.”
Amici a una cresima ’70.
Da sx: Vitale Ialacci, Alfonso Altieri, Luigi Ciccotosto, ?’ , ?? .
Dietro da sx: Rino Maiale, Morricone, Nicola Martelli.
Il Principe Carlo.
Aprile 1986 Compagnia di Teatro Sperimentale San Salvo (2° parte).
La suddusfaziàunë dell’àsenë è la gramàccë.
(La soddisfazione dell’asino è la gramigna).
Arrivano gli aiuti!?
La mascherina.
Molti non credono nelle mascherine, ma l’aspetto di come indossare la mascherina è la cosa che mi colpisce di più, andando a fare la spesa, guardando dalla finestra le persone che passano davanti casa e i colleghi di lavoro. Molti di loro non curanti o no consapevoli la portano sotto il naso o persino agganciata sul mento, poi guardinghi, spaventati e vigili come sentinelle aspettano che qualcuno li richiami e dica loro: “Amico non ci tieni alla tua salute”? “Indossa bene la mascherina”.
Per non parlare dei dottori, infermieri e altre figure istituzionali che intervistati, per un attimo di notorietà, si tolgono la mascherina per parlare a un microfono dove hanno sputacchiato chi sa quante persone.
Siate artefici e protettori della vostra salute.
“È mèijë a cràdë, ca pruvuò”.
(È meglio credere, che provare).