Sî cchiù sscémë tî chë l’àcchë di la bbiàtë.
(Sei più scemo tu che l’aqua della bietola).
Sî cchiù sscémë tî chë l’àcchë di la bbiàtë.
(Sei più scemo tu che l’aqua della bietola).
Lë sparìgnë a mijjicàllë e lë sprìchë a panellèttë.
(Li risparmi a mollichine e li sprechi a pagnotte).
Questo detto ha due significati, la prima è rivolta a persone che fanno tante rinunce e poi basta un imprevisto di qualunque genere che azzera tutti i sacrifici fatti.
La seconda è riferita a persone così parsimoniose nel risparmiare anche il centesimo ma poi spendono tutto per cose poco utili.
Tì sì messë tra l’ùrië e lu cavàllë.
(Ti sei messo tra l’orzo e il cavallo).
Cioè, mettersi in una situazione pericolosa.
Un piccolo omaggio per un grande artista.
Una volta a San Salvo c’era la corsa degli asini. Erminio che vi voleva partecipare per vincere la bella ventricina messa in palio per poi mangiarla con gli amici, prese l’asino senza chiedere il permesso al padre. Il ragazzo non ebbe fortuna nella corsa, ma rimediò solo un gran rimprovero dal padre disperato, convinto che gli avevano rubato l’asino non trovandolo nella stalla.