Mar 30, 2021 - Articoli    No Comments

1816 l’anno senza estate, a San Salvo.

Nel 1816 San Salvo contava circa 1150 residenti, dove i vostri avi non avevano la nostra stessa facilità ad accedere alle informazioni, non solo a causa dell’analfabetismo ma anche perché le notizie viaggiavano lente o non arrivavano.

Allora come poter capire che le loro vite erano influenzate da qualcosa successo a 11.706 km in linea d’aria dalle loro case, sicuramente la loro speranza erano riposte nelle preghiere, processioni e altro.

Nel 1815 il vulcano Tambora, in Indonesia, diede luogo ad una delle più grandi eruzioni mai registrate, con l’immissione nell’atmosfera di un’enorme quantità di polveri.

Queste si diffusero per tutto il globo e si comportarono come un filtro nei confronti dei raggi solari, provocando una sorta di piccola era glaciale che si protrasse negli anni successivi.

Il pulviscolo formatosi nell’atmosfera produsse un lungo e considerevole oscuramento del cielo attenuando il passaggio dei raggi del sole che provocò condizioni climatiche anomale per molti mesi, caratterizzate da gelate e nevicate estive che segnarono il 1816 come “L’anno senza estate”.

Di conseguenza si verificò la perdita dei raccolti estivi ed autunnali che determinò una gravissima insufficienza alimentare che colpì moltissime popolazioni provocando carestie e disordini sociali.

 Il clima contribuii poi a scatenare l’epidemia di tifo petecchiale che ha imperversato tra il 1816 e il 1817 in varie parti d’Italia a causa delle scarse condizioni igieniche, per il freddo le persone si lavavano di meno e se ne stavano tutti insieme al chiuso.

Anche San Salvo non fu risparmiata, dove la mortalità media annuale era meno di 50 anime, nel 1816 ci furono 109 decessi e nel 1817 i decessi furono 136, queste 245 erano 141 maschi e 114 donne.

Stefano Marchetta

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Mar 24, 2021 - Filastrocche    No Comments

La fundanèlle (filastrocca)

Mmèzze a la piàzze (Palmo della mano del bambino)

(Facendo con proprio indice dei cerchi nel palmo del bambino)

Ci šta ‘na fundanèlle,

‘ndò ci vàve ‘na paparèlle,

quèšte l’à vèšte, (Pollice)

quèšte l’accède, (Indice)

quèšte le còce, (Medio)

quèšte se le màgne, (Anulare)

se t’acchiàppe lu puatràune (Mignolo)

tì le sfàsce lu cucciulàune. (Tenendo ancora il mignolo si finge di battere sulla testa del bambino)

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Mar 17, 2021 - Articoli    No Comments

Concordia Marchetta, una sposa sfortunata.

Questa è la storia di Concordia, Maria Marchetta una mia pro pro-zia, nata a San Salvo il 13-01-1798 e del suo infausto e triste destino.
Concordia seconda genita di Rosario e Cilli Rossana, aveva da pochi giorni compiuti gli 8 anni quando suo padre morì a soli 35 anni, mentre i fratelli avevano rispettivamente Nicola 10 anni e Domenico 4 anni.

Come prima cosa dobbiamo provare ad immergerci nel periodo storico, di quel tempo patriarcale, dove la donna era quasi zero senza un marito, in un paese che in quegli anni contava circa 1150 abitanti.

Così non avendo più un capo famiglia, appena raggiunse un’età da marito a soli 16 anni per alleggerire la famiglia, fu data in sposa il 30-04-1814 a Savino Tommaso di anni 19 di San Salvo figlio di Diego e Torricella Rosa.

Tommaso aveva scelto la vita militare, era un soldato delle truppe Napoletane, nella Divisione di Ancona, 2° Reggimento leggero, 3° Battaglione, 1° Compagnia.

Il matrimonio durò meno di un anno, il 29 marzo Tommaso fu ricoverato nell’ospedale militare di Ancona a causa di una forte febbre morì il 15-04-1815 a soli 20 anni.

Così Concordia rimasta sola e vedova a soli 17 anni, si unì in matrimonio il 21-12-1815 con Cilli Biase di anni 19 di San Salvo figlio di Basso e Monacelli Elena, la giovane coppia ebbe 8 figli.

La fiduciosa e felice sposa non immaginava che la sorte avversa le aveva riservata altre sofferenze, iniziò con la perdita in età prematura dei primi 4 figlioletti, poi vide morire prima il fratello Domenico aveva 18 anni poi Nicola di anni 32 e come non bastasse, il giorno 11-02-1831 a soli 36 anni muore anche il marito Biase.

Rimasta ancora una volta, sola e distrutta dalle avversità della vita senza una figura maschile di riferimento, passò un periodo di 5 anni tra lo sconforto e la solitudine con il solo sostegno dei 4 figli di cui il più grande aveva solo 8 anni, le donavano la forza di andare avanti e di continuare a lavorare nei campi.

Essendo ancora giovane ci riprova e si risposa il 20-06-1836 con Lancia Andrea, Luigi, originario di Guilmi più giovane di lei di 7 anni, la coppia ebbe 3 figlie, ma la sorte avversa non aveva finito prima perse due figli e poi il padre delle bimbe morì a 39 anni il giorno 11-03-1845.

La tristezza che accompagna questa storia e che Concordia ha vissuto una vita con il nero del lutto continuo nel cuore non solo negli abiti, avendo visto morire i genitori, i fratelli, i mariti, i figli e alcuni nipoti in tenera età, solo le figlie Elena e Rossana che portava il nome di sua madre le sopravvissero e la piansero insieme ai mariti e ai figli, quando morì il 03-11-1866 a 68 anni.

Stefano Marchetta

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