L’òzië è lu puatrë dë tuttë lë vèzië.
( L’ozio è il padre di tutti i vizi).
L’òzië è lu puatrë dë tuttë lë vèzië.
( L’ozio è il padre di tutti i vizi).
Il ragazzo nella foto è Mattia Cattaneo, vincitore del giro d’Italia
dilettanti promessa del ciclismo italiano e altro, che si è visto
chiudere la porta del giro D’Italia 2013, quando all’ingresso
di Corso Garibaldi a San Salvo la sua ruota anteriore ha perso
contatto con la strada ed è caduto, dandogli la maglia NERA.
Së vulìtë la bececlàttë, mò pedàlë.
(Hai voluto la bicicletta, adesso pedala).
Un tempo le strade di via Trignina, via Roma, corso Umberto I e
via Istonia , era la vecchia S.Statale 16, che proseguiva in direzione di Vasto.
Il giro era costretto a passare per il nostro piccolo paese che era al quel tempo, era un giorno di festa era un giorno speciale per tutti.
Mentre adesso il commercio è strettamente legata alla pubblicità, in quei tempi andati era affidata a una marea di commercianti che seguivano il giro come fosse una grossa fiera per vendere di tutto.
Rivedere ciclisti sfrecciare per le strade della nostra città, sarà come rivedere un vecchio amico, il loro passaggio durerà pochi attimi ma rimarrà indelebile nei ricordi di chi assisterà al loro passaggio.
San Salvo ha sempre amato il ciclismo in ogni epoca, come raccontano queste foto.
Stefano Marchetta
Gare ciclistiche ha San Salvo
Si ringrazia Michele Raspa per le sue foto
(Al centro nell’ultima foto).
Lë Sàmuë per noi di San Salvo è il sinonimo di San Vitale.
Per molti è la soma è il sacco di grano, inteso come carico che prima si metteva sui cavalli e adesso si mette sui trattori.
Invece bisogna fare una precisazione lë Sàmuë è la “salma“unità di misura usata in questa zona per solidi, terreni e liquidi, che varia da regione a regione, che corrisponde a 1 quintale e 20 chili, per le superfici era 1 ettaro e 200 m².
Questo per dire che una volta offrire il sacco di grano significava dare la quantità ben precisa(Lë Sàmuë), a volte si univano anche più famiglie per ringraziare Dio e San Vitale per il raccolto futuro e per quello passato.
Così facendo anche la commissione della festa sapeva l’ammontare preciso del grano che poi avrebbe usato per le sagne e per i taralli e se qualcosa avanzava venderlo e usare il ricavato per la festa.
Ora i connotati della festa sono cambiati, a parte le offerte in danaro, la devozione non cambia, c’è chi offre il grano, chi mette a disposizione il trattore e chi offre tutti e due, a far sì che la tradizione non passi.
Stefano marchetta