Chèssë è gnè cellettë ca na vèštë ma’ lu gruànë.
(Questi sono come uccelli che non hanno visto mai il grano).
“Questo modo di dire, è riferito hai ragazzi che si apprestano a fare qualcosa che non hanno mai fatto, spaesati e senza esperienza”.
A San Salvo una volta c’era il “Cine Teatro Biagino”.
Nelle foto si vedono Angelo Di Biase e il figlio Umberto nei momenti della vita del loro cinema.
Zì Angèlë, il padrone del cinema “Biagino”.
Era 1970, ho la sensazione di tornare fanciullo in mezzo a questo ricordo che nonostante l’incombere degli anni è ancora vivo.
Avevo all’incirca otto anni, noi ragazzi stavamo giocando a pallone in un campo ricavato in mezzo a piante di ulivo, quando si senti forte una voce che gridava “ uagliò” (ragazzi), qualcuno di noi urlò che era il padrone del terreno e ci fu un fuggi, fuggi.
Solo io e altri due rimanemmo fermi perché avevamo riconosciuto zì Angèlë, il padrone del cinema Biagino, che con la mano faceva cenno di avvicinarci.
Quando fummo vicino a lui, ci chiese di aiutarlo a trasportare la legna, poiché la sua bianchina non poteva arrivare più vicina, ci armammo di buona volontà e incominciammo ad aiutarlo, finito il lavoro, lui ci invitò ad andare quella sera al cinema che saremmo entrati gratis, non era una cosa di tutti i giorni andare a vedere un film.
Tornati a casa e raccontato eccitati dell’accaduto, le nostre mamme ci ripulirono e lavati e pettinati ci trovammo all’appuntamento, appena arrivati zì Angèlë, ci invito a entrare subito perche le luci si erano appena spente.
Il film incominciò con una panoramica in riva al mare e delle figure in lontananza che correvano verso la telecamera, man mano che le figure divenivano più nitide, noi cominciammo a sgomitare fra noi perché quelle figure erano ragazze nude che sembravano voler uscire dallo schermo, non era un film hard era solo ricco d’immagini di nudi, era troppo per noi.
Quando si accesero le luci, i nostri volti erano rossi e sudati, tutti ci notarono e ogn’uno fece la sua battuta e l’ultimo esclamo “ Pìurë a lë pìggë i vè, la tàscë” (anche alle pulci viene la tosse) riferito a noi, tutti risero e incomincio il secondo tempo.
Tornammo a casa, felici che per una sera eravamo entrati nel mondo degli adulti, facemmo e vedemmo qualcosa che a quei tempi era un miraggio per ragazzi della nostra età.
Per noi significo scoprire un mondo nuovo, fantastico … meraviglioso.
Grazie zì Angèlë.
Piazza San Vitale, corso Umberto I°
IERIOGGI
Chë tè lu pùanë në tè lë dìndë e chë tè lë dìndë në tè lu pùanë.
(Chi ha pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane).