Gràzië a Dè ca macènë pìurë la farènë vë truvuènnë.
(Ringrazia Dio che macini pure la farina vai trovando).
Si dice di quelle situazioni che bisogna fare buon viso a cattivo gioco.
Gràzië a Dè ca macènë pìurë la farènë vë truvuènnë.
(Ringrazia Dio che macini pure la farina vai trovando).
Si dice di quelle situazioni che bisogna fare buon viso a cattivo gioco.
Dire, io ero lì fa effetto, anche se avevo solo otto anni quando il vescovo Capovilla venne nella piccola chiesa della Madonna delle Grazie a San Salvo, di fianco la casa dei miei genitori nel 1970.
in occasione della benedizione della chiesetta appena restaurata.
Nella foto don Cirillo e Antonio Artese.
Loris Francesco Capovilla (Pontelongo, 14 ottobre 1945) è un arcivescovo cattolico italiano, è il secondo ordinario diocesano italiano più anziano vivente.
Verrà creato cardinale da papa Francesco il 22 febbraio 2014, divenendo in tal modo il membro più anziano del collegio episcopale.
Per oltre un decennio, dal 15 marzo 1953 al 3 giugno 1963, è il segretario particolare di Angelo Giuseppe Roncalli, prima quando questi, appena creato cardinale, viene nominato nuovo patriarca di Venezia, poi, dopo aver partecipato come suo conclavista al conclave del 1958 indetto per l’elezione del successore di papa Pio XII, viene confermato, la sera del 28 ottobre 1958, dal neoeletto papa Giovanni XXIII, quale suo segretario particolare, incarico che terrà fino al momento della morte del pontefice.
Papa Paolo VI lo nomina, il 26 giugno 1967, arcivescovo metropolitano di Chieti e amministratore apostolico della diocesi di Vasto (oggi arcidiocesi di Chieti-Vasto). Riceve la consacrazione episcopale, il successivo 16 luglio, nella basilica di San Pietro in Vaticano, dallo stesso pontefice.
Stefano Marchetta
‘Ndruccunètë, tradotto in italiano, significa di colore turchese, ma in dialetto era sinonimo di stupidità.
La parola in voga un tempo era nata quando il contadino dava il ramato con la pompa a spalle alla vigna, il prodotto era venduto a pezzi che poi dovevano essere sciolti nell’acqua.
Nel dare il ramato, il contadino doveva fare il lavoro girando intorno alla vite tenendo il vento sempre alle spalle che allontanava dalla persona stessa la nuvola d’acqua che la pompa sprigionava, se girava al contrario, il vento lo colorava di quel bel blu tendente al verde.
Tornando a casa per quando uno si lavasse, le persone notavano i vestiti colorati, divertendosi a prendere in giro il mal capitato e con riferimento alla favola di Pinocchio qualcuno più istruito, osava anche la battuta: ” Mo pàssë la fatë turchènë”!
Stefano Marchetta
Ci fu un momento negli anni’70, alla festa di San Vitale dove i cavalli scomparivano e i trattori erano pochi, per non perdere l’onore di partecipare alla festa, i Sansalvesi iniziarono a portare le some con i motocoltivatori e sui loro piccoli rimorchi addobbati a festa erano collocati le some.
Non è un’invenzione
poveri noi,
la cassa integrazione.
È un brutto affare,
d’inverno non si può neanche
andare al mare.
È diminuito lo stipendio,
stringiamo i denti
e preghiamo Dio.
Non ti far ingannare,
lascia stare,
nella paura non affogare.
Nel futuro mi vorrei affacciare,
per dire a tutti che c’è
ancora da mangiare.
La notte nera passerà,
e il sole di nuovo
per il mondo risplenderà.
Stefano Marchetta
Vèzië e natìurë fenë a la mòrtë dìurë.
(Vizi e carattere fino alla morte durano).
Tàndë sacrefècë pë nu mualë cambà, pë na fossë štràttë e pochë cuppuìutë.
(Tanti sacrifici per un male vivere, per una fossa stretta e poco profonda).