Ott 7, 2014 - Articoli    No Comments

Nel 1998 in piazza Aldo Moro in San Salvo si svolse: “Il primo Simposio di Scultura su pietra della Maiella”.

Parteciparono vari artisti tra cui Fabrizio Dieci, la cui opera è posta nella nostra Villa Comunale. Carmen Tornabuoni, autrice della “Dafne” posta nello spazio verde di via delle Ginestre, di cui ho un bel ricordo, lei smise di lavorare per rispondere a tutte le mie curiosità, parlammo a lungo prima di rituffarsi nella sua creatura.

Claudio Gaspari di San Salvo autore “La Stilo III” che vediamo nelle foto mentre egli scarica il suo blocco di pietra della Maiella e altri scultori.

Le opere una volta finite furono esposte al pubblico per diversi giorni sui due lati di via Roma antistante il Monumento dei Caduti.

Possiamo annotare un episodio triste, nella notte alcuni teppisti fecero cadere la “La Stilo III”, gli organizzatori saputo l’accaduto senza interpellare l’autore se la scultura era recuperabile, pensarono bene di caricare il morto e di andarlo a buttare, così la mattina era tutto apposto da far sembrare che nulla era successo.

Abbiamo le foto per fortuna che ci attestano e ci fanno conoscere il lavoro fatto dall’amico C. Gaspari, le cui dimensioni erano 100x208x68.

Alcune delle sculture il comune di San Salvo le donarono alle città con cui era gemellata.

Stefano Marchetta

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Maestro Mezzanotte Alfonso 1° elementare 1967/68 sez. A

1967-68 1°sez.A_001 1967-68 1°sez.A_002

Prima fila dal basso da Sx: Sambrotta Francesco, Passucci Silvio, Besca Bruno, Manfra Luciano, Bucciante Enzo, Tilli Piergiuseppe, Raspa Michele, Sparvieri Mario. 2° Fila: Rosato Piero, Napolitano Antonio, Del Borrello Adelmo, Ciccotosto Mario, Di Santo Nicola, Chinni Auro, De Luca Carlo, Cioffi Michele, Mezzanotte Nicola. 3° Fila: Di Florio Antonello, Persoglio Giacomo, Tumini Gennaro, Tomeo Eraldo, Ciampinelli Angelo, Greco Marcello, Artese Graziano.

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Set 28, 2014 - Articoli    No Comments

L’ànemë dë la cànnë

Rimedi contadini.

Ricordo che un tempo andando in campagna  se capitava di tagliarsi, la prima cosa che ti dicevano era quella di urinarci sopra per disinfettare la ferita, forse perché gli antichi sapevano che l’urina era sterile e conteneva ammoniaca.

La seconda era quella di trovare delle canne secche, romperle e prendere l’ànemë dë la cànnë (l’anima della canna), quella membrana bianca all’interno delle singole sezioni della canna (i nodi), anche lei cresciuta in un ambiente sterile,  depositala sulla ferita, l’ànemë fermava il sangue e fungeva da cerotto, se ne mettevano diverse fino a bloccare il sangue, aiutando a cicatrizzare la ferita.

Stefano Marchetta

canna 1canna

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