San Salvo ragazze al mare.
1958 da sx: Ciavatta Egidia, Tascone Prassede, (?) , Fabrizio Aurelia, Antenucci Concetta e Terreni Amalia.
Addunuànnë a lu pusciaròlë së lu puàscë è fràschë.
(Domanda al pescivendolo se il pesce è fresco).
Questo per dire che le domande bisogna farle alle persone giuste.
Il Faro
Al Mare
<<Hai visto Giovanni>>?
<<Caspita come è ingrassato, ha fatto una brutta fine>>!
“Felìcë Sebòn”
Non tutti conoscono Felice Tomeo, ma tutti sanno sicuramente con certezza matematica chi è Felìcë Sebòn.
Vi siete chiesti mai l’origine di questo nomignolo?
Per scoprirlo bisogna tornare indietro nel tempo alla fine degli anni ’60, quando Felice ragazzone alto e con una folta criniera bionda frequentava le scuole medie, in quei tempi si andava presto a scuola e in attesa che la prima campana delle 8:20 chiamassero gli alunni in classe, si girava in tonto intorno all’istituto per incontrare gli amici o la persona per cui nasceva la prima simpatia, il primo amore.
Alle 8:30 iniziavano le lezioni, proprio nell’ora di francese Felice fu chiamato alla lavagna dall’allora professoressa Calderoni (la prof Coscia Lunga come ricorderanno in tanti), andando in panico s’incasino nello scrivere va bene in quella lingua doltr’Alpi, scrisse cette bò invece di scrivere ce est bon, la professoressa lo corresse gridando se bòn, se bòn, in quel momento nella mente del compagno e ancora amico Umberto Di Biase (Umbèrtë Biacìllë) già incuriosito dal modo in cui Felice salutava lo zio Biondo Tomeo “Zì Bò” quando passava davanti all’omonimo bar, decise di fondere i due episodi e ricavarne un unico nomignolo con cui lo battezzo, Sebòn.
Questo sicuramente piacque ai molti quando Umberto chiamava Felice, così questo continuo ripetere a tutte le ore e in tutti i luoghi, fece in modo che anche gli amici e le amiche(con tonalità sexy) a scanso di equivoci e omonimie, cominciarono a chiamare il compagno un po’ per gioco e un po’ per prenderlo in giro, solo con il pseudonimo Sebòn.
Umberto di certo non avrebbe mai immaginato che quella sua simpatica espressione sarebbe resistita così a lungo, che giorno dopo giorno si allargasse a macchia d’olio, da divenire a distanza di cinquanta anni un nome di battesimo indelebile non solo a indicare Felice persona e commerciante, ma è diventato per tutti sansalvesi il sinonimo di risata, simpatia, allegria e spontaneità, ma soprattutto sta a indicare:
“IL TEATRO DIALETTALE SANSALVESE”.
Stefano Marchetta
Donna al Sole.
Olio su tela 70×50
È cchì la spàsë cà l’embràsë.
( È più la spesa che l’impresa).
A volte si spende tanto per piccoli risultati.
Facendo la Fila.
A sù collë së fàttë l’arë e mò trèschë.
(Su quel colle hai fatto l’ara, hai voglia ad aspettare non trescherai).