Lug 25, 2015 - Articoli    No Comments

La cunzèrvë dë pammadòrë

Una volta per le strade di San Salvo e nei luoghi soleggiati (a la sulàgnë) spazio dove il sole seguendo il suo percorso batteva tutto il giorno, come una spiaggia piena di persone ad abbronzarsi, era normale incontrare spianatoie (spranatìurë) con il passato di pomodoro allargato su di esse. Per dar modo al sole di far evaporare l’acqua in eccesso e nello stesso tempo operava una cottura della conserva, mentre le donne di tanto intanto rimescolavano il tutto per avere un’asciugatura uniforme e qualche volta eliminare il ricordo depositato su di esso da qualche uccellino di passaggio, la miseria era tanta che non era permesso, essere schizzinosi, ottenendo così un concentrato di pomodoro. Non era come adesso che reperire bottiglie, barattoli in vetro e tappi e normalità, il prodotto finito dopo tanti giorni ad asciugare si riponeva in recipienti di terra cotta smaltati (lë menàrë) e all’occorrenza se ne prendeva un poco che diluito con l’acqua si faceva il sugo per pasta.

Stefano Marchetta

pomodorinpomodori

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Lug 12, 2015 - Poesie    No Comments

L’EMIGRANTE

Una lacrima, un abbraccio, nell’animo tanto coraggio,

partivo per una terra straniera,

le rose mi ricordano che era maggio.

La mia città sdraiata sulla collina

da un tramonto colorata,

la rivedo dentro questa cartolina.

Il cuore comincia nei ricordi a passeggiare,

tra le persone e i luoghi della fanciullezza

che indelebili non si possono cancellare.

Ecco, di un amico rivedo il viso,

nel petto si apre

un gran sorriso.

Rivedo il mio quartiere, la vicina,

zia Maria che sapeva fare

con arte la ventricina.

Un giorno tornerò al mio mare,

per riposare vicino a tutte

le persone a me care.

 

Stefano Marchetta

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desorbo.esteban lechugafrancina@mailxu.com