Set 17, 2015 - Articoli    No Comments

La corsa dei cavalli a San Vitale.

In un tempo passato, nella giornata dë lë sagnitèllë dopo aver scaricato lë sàmuë (le some) dai cavalli al mulino, si organizzavano gare di corsa, ogn’uno poteva partecipare con il proprio cavallo. Alcune famiglie non avevano solo cavalli da lavoro, ma anche purosangue e cavalli dediti alla corsa, erano sempre i favoriti, mentre alcuni pur avendo cavalli quotati desistevano dal partecipare perché non poteva mettere a rischio il cavallo, il bene più importante e prezioso per la sopravvivenza della propria famiglia, nel caso ci fosse stata una caduta rovinosa per l’animale stesso.

Il percorso era così costituito, la partenza era la pòrtë dë la tèrrë (la Porta della Terra), si percorreva tutto lu cuàrsë Garebàldë (il Corso Garibaldi), si arrivava a lu tèrmenë (il termine, pietra miliare posta alla fine di corso Garibaldi sulla via per Lentella) e ritorno ripercorrendo lo stesso tragitto verso il traguardo che era lo stesso luogo della partenza.

Come ali di folla i paesani che si disponevano lungo il percorso in un’euforia collettiva dato anche da qualche bicchiere di buon vino, incitavano e spronavano i partecipanti alla vittoria.

Tutto questo venne a scomparire con l’arrivo dei trattori e la sparizione man mano dei cavalli.

Quella giornata era una delle poche occasioni di aggregazione e gioco collettivo dove tutto il paese partecipava, tutti si astenevano dai lavori nei campi per fare festa. Per il divertimento di tutti si organizzavano anche corse con gli asini, corse con i sacchi e altro.

Stefano Marchetta

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Ago 13, 2015 - Articoli    No Comments

Lë Murtàlë (Il mortaio da cucina).

Lë murtàlë è un utensile utilizzato per pestare.

mortaio

Si tratta essenzialmente di un recipiente, dal fondo tondeggiante, in legno duro comune nelle famiglie povere o metallo in bronzo per le famiglie più agiate, nel quale sono poste le sostanze, che sono poi triturate dall’azione di un pestello (lu Puštàllë), una corta mazzetta costituita da un’impugnatura e da un’estremità più larga e pesante.

Un tempo c’era solo il sale doppio (Tarrachìutë) uno degli elementi più importante e indispensabile del vivere e sopravvivere in una civiltà contadina che doveva conservare gli alimenti per un lungo periodo.

Elemento così importante che persino i legionari romani erano pagati con il sale, da questo e nato il termine “SALARIO”.

Quando si era piccoli quest’attrezzo era il primo banco di prova che le madri adoperavano per dare stimoli di crescita dei propri figli, triturare il sale grosso per renderlo fine per poterlo usare in cucina, era una responsabilità, ma anche un orgoglio per i piccoli perché li facevano sentire parte del vivere in e per la famiglia.

Poi c’era uno più grande che serviva per frantumare il grano e farne farina per il consumo quotidiano, poi nel passare del tempo poiché la farina si trovava con facilità, lo stesso è stato usato fino a qualche anno fa per triturare i pepi, la cui polvere veniva, usata per fare salsicce ventricine e altro.

Stefano Marchetta

 

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