L’amórë cumènze ‘nghe ssónë e càndë e fernèscë ‘nghe ‘nu muàrë dë piàndë.
(L’amore comincia con suoni e canti e finisce in un mare di pianto).
“LA MUSICA È DIO”
Tante volte ho tentato
di dar al mio Dio,
di un volto le fattezze.
Poi la musica scoprii,
non la vedi, non la tocchi,
ma se chiudi gli occhi
nel ciel ti porta a volar.
La mente si emoziona,
ti fa fervere il sangue,
il cuore te lo eccita,
si rilassa l’animo tuo.
Come solo il buon Dio
sa fare,
se ci pensi.
Stefano Marchetta
Colore nel Colore.
Femminicidio (acquerello).
Nei colori tenui e caldi dell’innamoramento si celava l’orco.
Panchine nuove a San Salvo.
<<Questi sono di ferro, il culo l’estate te lo frigge e l’inverno te lo ghiaccia>>!
Chi fa bènë mor’accesë.
(Chi fa del bene muore ucciso).
Natura Morta
Olio su tela 50×70
Angelo e Angela Smargiassi “Lë Panattìrë”.
da sx: zia Giulia (sorella di nonna Giuseppina), zia Angela, Osvaldo, Carla e zio Angelo.
Angelo e Angela Smargiassi
Tempo fa una signora sentendo il mio parlare dialettale mi chiese “A c’appartìnë”?
Capito chi ero esclamò: “ Allaurë, sì lu nupàutë dë Àngelë e Angiulìnë lë panattirë, sàndë ggèndë candë ggèndë ànnë sfamìtë”.
(Allora, sei il nipote di Angelo e Angela i panettieri sante persone, quanta gente hanno sfamato).
Visto in chiave odierna sembra una frase senza senso, uno pensa: ”Tu fai il panettiere vendi il pane io lo compro, dove sta la cosa eccezionale”?
I miei zii aprirono il panificio al ritorno in Italia, dopo un periodo di emigrazione in Australia.
Basta pensare che un tempo San Salvo era un paese a carattere contadino, dove le culture agricole, erano diversificate in grano, uva e ulivo (poi arrivarono le pesche), questo perché bisognava almeno avere un raccolto sicuro in un periodo dell’anno in base alla variabilità del tempo, per far campare la propria Famiglia.
In attesa del raccolto i miei zii facevano a tutti la lebbràttë (il libretto) dove era annotato la quantità di pane, pizze e altro che le famiglie prendevano durante l’anno a credito e a fiducia, il debito era saldato con il primo raccolto buono.
In poche parole loro anticipavano e rischiavano il capitale per far mangiare tante famiglie, come dei moderni samaritani applicarono l’insegnamento di Gesù:
“Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Ricordo quando da piccolo ero mandato a prendere il pane, molte volte mi trattenevo nel retro della panetteria, a guardare mio zio che con abilità toglieva con la pala quel bel ben di dio dal forno o ad aiutarlo a spostare le ceste piene di pagnotte e filoni, inebriandomi di quella fragranza di pane appena cotto.
Così ancora oggi, ogni qual volta che entro in una panetteria nel sentire quel profumo di pane appena sfornato, il mio pensiero corre subito al ricordo dei miei zii Angelo e Angela.
Stefano Marchetta