Rinaldo Altieri, il maestro che conobbi.
Rinaldo con Alfredo Bucciandonio a dx anche lui maestro, entrambi eletti a ricoprire la figura di Sandaco a San Salvo.
Rinaldo con un gruppo di amici.
Rinaldo con Alfredo Bucciandonio a dx anche lui maestro, entrambi eletti a ricoprire la figura di Sandaco a San Salvo.
Rinaldo con un gruppo di amici.
<<Non andate all’autoscontro, venite a trovarmi alla giostra della memoria … Io adesso faccio l’appello>>!
Ah, mondo che travolgi
come un terremoto in piena
le stagioni della vita.
Ah, frenato è il tuo correre
che si placa solo nel giungere
al cospetto della morte.
Ah, poter vestire le vesti di Lazzaro,
per vedere i volti conditi
d’ipocrisia che ti circondano.
Ah, uomo che ti accosti nella sventura,
mai per dare una pacca sulla spalla
per elevare l’amico sull’olimpo.
Stefano Marchetta
Nel 1980 dopo vari eventi successi a San Salvo, il comitato festa di San Vitale fu al quando numerosa, ne furono almeno 100. Tra i tanti c’era il cav. Cilli Virgilio che tra i suoi desideri rientrava la voglia di portare nel suo paese la banda dei carabinieri al completo. Con pazienza e toccando i tasti giusti, riuscì nel suo intendo, il 27 aprile nel pomeriggio la banda fu schierata all’inizio di Corso Garibaldi per sfilare per le strade del nostro paese guidata dal colonello, maestro Vincenzo Borgia, mentre delle timide gocce di pioggia iniziavano a scendere. Il palco per accogliere i 105 elementi della banda era pronto davanti alla chiesa di San Giuseppe, una volta arrivati in centro, la pioggia inizio copiosa e forte, la banda si rifugiò sotto il porticato del comune, dove poi sotto la pioggia che non avrebbe smesso solo a notte inoltrata, fu fatta una piccola cerimonia e suonate qualche brano. Così la serata come lo aveva pianificato il cav. Cilli Virgilio rimase un sogno. Ricordo che qualcuno disse “Significa che San Vitale non ha gradito la banda”.
Stefano marchetta
Corso Garibaldi, dietro segue il gonfalone dei Santi Cosma e Damiano.
Angàurë ahèscë da la scàgnë.
(Ancora esce dal guscio).
Espressione che si usa dire a quei ragazzi che si atteggiano a uomini vissuti.