“Nicola Marchetta e l’Andrea Doria, storia di un viaggio, 60 anni fa”.

Era già notte il 26 luglio 1956 quanto a San Salvo arrivo la drammatica notizia che il transatlantico Andrea Doria diretto a New York era affondato.

L’oscurità era illuminata dalle fiocche luci dei lampioni e da una luna quasi piena che schiarivano i vicoli bui, mentre un via vai di persone migrava di casa in casa, alcuni piangevano altri muti e persi, andavano in cerca di notizie sicure, riassicurazioni per il loro cuore affranto e pieno di preoccupazioni, sorretti solo dalla speranza, dalla fede e dalla preghiera.

Vi chiederete perché? Bisogna tornare indietro di qualche mese, Nicola Marchetta fratello di mio nonno Antonio, stanco di avere per amici la fame e la miseria con la moglie Carolina Di Biase e i quattro figli minori, Bruno, Adelina, Elda e Michelina, decise di emigrare negli Stati Uniti d’America, lasciando i cinque figli più grandi che erano già sposati o in prossimi a farlo nel paese natio. I parenti tutti si riunirono per salutarli prima della loro partenza per Napoli (foto a), dove avrebbero preso la grande nave. L’indomani della partenza il figlio Bruno malato non poté partire, li avrebbe raggiunti in seguito con altri paesani che erano in procinto di partire. Arrivati a Napoli, ebbero la sgradita notizia che c’era stato un errore, i posti disponibili sull’Andrea Doria erano solo due gli altri posti erano disponibili sulla C. Colombo (foto d) la nave gemella, altrimenti dovevano aspettare alcuni giorni e partire tutti insieme, così fecero. Ai molti passeggeri in attesa dell’imbarco, consigliavano di ricevere tutti i crismi, così in una chiesa vicino al porto furono cresimati tutti quelli che non avevano ricevuto il sacramento, perché una volta arrivati bastava un cavillo per negare lo sbarco ( foto b).

In attesa della loro partenza zio Nicola insieme alla sua famiglia andò a vedere lo spettacolo festoso della partenza dell’Andrea Doria che si allontanava verso l’orizzonte, cosa che avrebbero fatto anche loro verso una nuova vita. All’oscuro di ciò che sarebbe successo e senza esserne consapevole il suo destino stava cambiando in quel momento. Durante il viaggio sulla C. Colombo non furono informati della collisione delle due navi(foto c), dove persero la vita cinquantuno passeggeri, solo all’arrivo seppero dell’accaduto e cercarono subito il modo di telefonare a San Salvo per rincuorare tutti i famigliari convinti che loro erano a bordo dell’Andrea Doria, che avevano vissuto quei giorni interminabili con tanta apprensione. Questa triste storia mi ha fatto sempre pensare che la nostra sorte è legata a un filo, forse per incuria o per favorire qualcuno, l’addetto a prenotare i posti ha cambiato la vita di zio Nicola e famiglia. Se loro fossero stati sull’Andrea Doria dopo lo spavento di quella sciagura, sarebbero forse rientrati in Italia e continuato la loro vita a San Salvo da dove l’avevano lasciata, invece in America i figli si sono sposati fatti una posizione e sono nati nipoti e pronipoti.

Stefano Marchetta

1956 tutti Parenti (foto a)Tutti i Parenti

C.Colombo TRANSATL  (foto d)La C. Colombo

prima dell'imbarco sul transatlantico C.Colombo cresimati

( foto b)La Famiglia Marchetta la cresimati prima dell’imbarco  .

medium_andrea-doria (foto c)

 

 

 

Condividi!

Il Bar Dancing “VALENTINO”. (1° parte)

Un ricordo per chi ha vissuto il Valentino nato nel lontano 1971. Il giorno era uno stabilimento balneare per tutta la famiglia, mentre la notte si trasformava in discoteca, nella sua forma tondeggiante che richiamava la famosa canzone di Fred Bongusto “Una rotonda sul mare” del 1964. Attualmente il suo posto è stato preso dallo stabilimento “Il Mirage”..Dancing Valentino_01 Dancing Valentino_01 Dancing Valentino_006 Dancing Valentino_014 Dancing Valentino_018 Dancing Valentino_021 Dancing Valentino_023

Condividi!
Lug 15, 2016 - Poesie    No Comments

“Tranquillo”

Il Signore è la vita,

la mia salvezza

è nelle sue dita.

Sorgente d’amor

sono le sue parole,

dissetanti per il mio cuor.

Gesù sei tu il mio zampillo,

sei tu il sole,

sei tu il mio respiro arzillo.

Sul tuo sigillo

vorrei camminare,

per arrivare vicino a te tranquillo.

Stefano Marchetta

 

Condividi!
Lug 12, 2016 - Vignette    No Comments

Enzo Biagi.

Un tempo ci si doveva fidare dei racconti dei vecchi, è nacquero le leggende, poi ci dovevamo fidare dei giornalisti che avrebbero dovuto descrivere avvenimenti con verità, ma tutto questo lasciava molto spazio alla libera interpretazione e alle discussioni. Ora con la tecnologia video, dovrebbe spegnere qualsiasi dubbio, non si riescono a vedere e interpretare le cose nello stesso modo e tutti i talk show italiani ne sono la conferma. A tal proposito mi torna sempre in mente la battuta del grande giornalista Enzo Biagi.

Enzo Biagi

Condividi!
baldinger-rjv badamo_chadwick