Ago 27, 2016 - I MIEI LAVORI    No Comments

Amatrice: ”Riflessione di un dolore”.

amatrice (acquerello)

Mentre il colore si depositava sul foglio, pensavo che l’uomo stesse riflettendo in cuor suo, sul come mai una torre campanaria del 1300, fosse ancora in piedi e una scuola e un ospedale costruite con le tecniche antisismiche fossero a terra e lesionate. Non abbiamo solo un problema di prevenzione da estendere a tutti i luoghi della nostra bella Italia per evitare altri lutti, ma dobbiamo fermare prima la macchina del MAGNA-MAGNA, se non facciamo questo, non sprecate tutte le lacrime, ne serviranno ancora.

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Ago 16, 2016 - Vignette    No Comments

NOTTAMBULA 2016

Nottambula

<<Che dio ti benedica signorina, vuoi un pezzo di panino>>?

<<Nonnino Nottambula ti ha svegliato>>?

<<I malanni non mi fanno dormire tutte le notti, ma questa notte, sto con tanta bella gente>>!

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Ago 16, 2016 - Articoli    No Comments

NOTTAMBULA 2016

Nottambula a San Salvo è quella manifestazione che in tutte le altre parti viene chiamata La Notte Bianca.

Come prima cosa voglio ringraziare quelle persone che hanno sollevato critiche verso la manifestazione di ”NOTTAMBULA”, perché mi hanno regalato il ricordo di un piccolo dialogo che feci con mio padre. Circa quaranta anni fa, in una soleggiata domenica mattina d’estate mi ritrovai a passeggiare nella villa comunale con mio padre e altre persone. Alcuni erano molto più anziani di mio padre, a un certo punto girarono a destra lungo quella stradina che un tempo attraversava la villa, dove cerano delle panchine di marmo e delle panche di legno con tavolo, dove i vecchi giocavano a carte all’ombra fresca delle piante. In una delle panchine riparata dalla complicità di un ramo di un albero cresciuto verso il basso, una coppietta abbracciata pomiciava, scambiandosi i sogni dell’età, subito uno degli anziani che stava con noi li apostrofo e li rimprovero con parole pesanti:

“ Scuštumìtë, vrettacchìenë, a li timbë mì štë còsë nin zë faciàvë”!

(Scostumati, sporcaccioni, ai miei tempi queste cose non si facevano).

Costringendo i ragazzi ad alzarsi e con passo veloce allontanarsi.

Mio padre guardando la mia faccia attonita e dispiaciuta, in un secondo momento mentre tornavamo a pranzo, scendendo per via Fondana Vecchia, ritornando sull’accaduto esclamò: ” Šté, ‘n gi fa’ casë è la ggilusèijë dë la vecchiàijë, candë hìunë nnë lë po fa cchì, štrèllë e dècë ca štë còsë nni zë ffa’, a chë sèrvë ”. (Stefano, non fare caso è la gelosia della vecchiaia, quando uno non può fare più certe cose, strilla e dice che queste cose non si fanno, a cosa servono). Questo per dire che le cose bisogna godersele in base all’età che si ha al momento non a quello che avremmo voluto fare da giovani quando sono mancate le occasioni o eventi del genere non c’erano e come dire “Nièndë jé, nièndë a niscìunë” (Niente a me, niente a nessuno).

Come la musica tutti l’abbiamo ascoltata con il volume a manetta, nel tempo abbiamo variato l’audio in base alle nostre esigenze, non abbiamo smesso di ascoltare canzoni.

Stefano Marchetta

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