Attimi di vita passata.
Ritorno dalla fiera.
La callàrë.
Ritorno dalla fiera.
La callàrë.
In questi giorni ci è stata comunicata l’abbondante fermata per le prossime feste. Ho ripensato a questa poesia, la scrissi anni or sono, quando per noi turnisti sul 4-2 avvicendati la fermata natalizia spesso legata alle esigenze di produzione, era un optional.
E’ nato Gesù,
niente ferie così
non ci pensi più.
Senza trucco e senza inganno,
ci hanno fregato
anche quest’anno.
L’accordo è firmato,
è felice
il sindacato.
La 13° non spenderai,
perché tu
il ponte non farai.
Mentre gli altri a festeggiar,
zitto, zitto saluti
e te ne vai a lavorar.
Mangian lenticchie e panettoni,
quelli che si sentono
nostri padroni.
Tutti a ritirar lo scatolone,
con dentro sto bel
torrone.
Ma se a casa vuoi restare,
il dottore devi andare
a salutare.
Stefano Marchetta
Nnë sî capàcë a tenà, trë cècë sàttë a la lànghë.
(Non se capace ti tenere, tre ceci sotto la lingua).
Questo modo di dire è riferito a chi non sa tenere un segreto o confidenza.
In questi giorni mio zio Guerino, fratello di mia suocera Vitalina, scomparso prematuramente a 41 anni, avrebbe fatto il compleanno. Lo voglio ricordare sorridente nei sui giovani anni, mente veste la maglia della Tenax.
Alto da Sx: E. Del Casale, M. Molino, N. Fabrizio, G. Magoni, M. Cappella, F. Molino (di Petacciato), Antonio Pacchioli (Presidente).
Basso da Sx : L. Franceschini, ? ? , A. Chinni, Lanfranco ?, M. Gatti.
La càscë da mòrtë nnë tè lë saccoccë.
(La cassa da morto non ha tasche).
Questo per dire che nell’aldilà non si può portare niente.