Apr 17, 2014 - Articoli    No Comments

Lë seppiluchë (I Sepolcri)

Lë seppiluchë è un’usanza che si perde nella notte dei tempi, che ormai la modernità sta soffocando.

Esso consiste di mettere a germogliare grano, avena, ceci, fagioli, lenticchie, cicerchia, lupini e altri legumi, il giorno dopo carnevale in un recipiente, sulla cui base era posta della sabbia bagnata e poi posti al buio a farli germogliare, badando di mantenere umida la sabbia.

La scelta dei legumi è personale in base ai colori che piacciono perché ogn’uno ha un colore proprio, alcuni scelgono un solo tipo altri mischiano più semi.

Il mercoledì le donne dopo aver arricchito i germogli, che a volte superano i 30 o 40 cm, con piccoli fiori, lë seppiluchë sono portati nella chiesa di appartenenza per disporli intorno all’altare che è addobbato a festa, diventa il Santo Sepolcro di Gerusalemme.

A San Salvo i luoghi dove erano deposti lë seppiluchë, erano la chiesa di San Giuseppe, la Chiesa di San Nicola, il Calvario, la Chiesa della Madonna delle Grazie e la chiesa di San Rocco, ora le uniche che resistono è la chiesa della Madonna delle Grazie e il Calvario.

Dal giovedì Santo al Sabato Santo le famiglie in un percorso quasi circolare, grazie alla disposizione naturale dei luoghi da visitare,  in senso orario o antiorario, visitavano i sepolcri per pregare in religioso silenzio, perché la chiesa è il lutto, vige il silenzio, non si canta e le campane sono legate, per poi ritrovarsi vicino a casa, un popolo in cammino dove durante il pellegrinare si rincontravano amici e conoscenti scambiando i primi auguri per una Santa Pasqua.

Il senso religioso nella civiltà contadina è che il legume morto torna alla vita dal buio della morte con il suo germoglio, come Gesù vinta la morte, dal buio del sepolcro risorge nella luce di Dio.

Stefano Marchetta

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