“Lë pircellètë”.
Lu percellàtë, è il più antico tipo di dolce, tipico del centro meridione fatto solo con farina, lievito, acqua e sale, era offerto ai poveri nelle varie occasioni festive davanti alle chiese.
A San Salvo fu creata una a forma dentata dedicata a San Vitale patrono della città, esso vuole rappresentare l’aureola del Santo. Lu percellàtë è preparato dalle donne per essere distribuito gratuitamente alla popolazione il giorno della festa il 28 aprile. Formata da due cerchi di pasta sovrapposti una dentata e una no, poi sono fatti aderire bagnando le parti che si vanno a toccare, alla fine prima della cottura è impresso un sigillo formato da tre lettere SVM (San Vitale Martire). L’impasto per la sua semplicità induriva subito, le persone a parte qualche pezzo che era portato in campagna da appendere a qualche albero a benedizione, protezione o per ringraziare per un futuro raccolto, per poterlo mangiare tutto si ammorbidivano con acqua, per non mettere a rischio la dentiera. Ricordo che mio padre diceva: “Nghë lu purcellàtë, jé cë dècë la massë” (Con il porcellato, io ci dico la messa), perché lo ammorbidiva con un po’ di vino “Corpo e Sangue di Cristo”.
Ora la ricetta è cambiata sono stati aggiunti nuovi ingredienti come uova e zucchero, divenendo quasi un dolce morbido e fragrante.
La forma è rimasta fedele a quella originale.
Ps: Ricordo un aneddoto di quando ero piccolo gli anziani per giustificare la povertà dell’impasto dë lu percellàtë, dicevano che doveva essere fatto così perché San Vitale aveva il diabete.
Stefano Marchetta