La scappellatë.
Come scritto in precedenza nell’articolo “ Lu tacchië” c’erano delle procedure da seguire per quando riguardava un fidanzamento.
Nell’ottocento a San Salvo e in altri paesi vicino c’era un atto chiamato “la scappellatë”, era usata dai giovani innamorati la cui felicità era ostacolata dai propri genitori quando era rifiutato lu tacchië.
Per attuare la scappellatë, il giovane innamorato doveva scegliere un momento dove il popolo era presente numeroso, la scelta ricadeva sempre o sull’uscita di chiesa la domenica o la processione di un Santo.
L’atto era semplice bisognava togliere in fazzoletto dal capo della ragazza davanti a tutti, questo gesto era un disonore per la famiglia della giovane che richiedeva nozze riparatrici, per la gioia dei due Innamorati.
Questa però era un’arma a doppio taglio, perché era usato a volte anche da chi rifiutato si fissava su una ragazza condannandola con questo gesto a un matrimonio non voluto.
Si raccontava che nel paese di M. di B. dopo che fu fatto l’atto della scappellatë, il fratello della ragazza torno a casa prese un coltello e ritornato in piazza e uccise il ragazzo che aveva disonorato la sua famiglia.
Stefano Marchetta