“La raccolta dell’ulivo tra presente e passato”
La raccolta dell’ulivo una volta era totalmente manuale, cera bisogno di molta manodopera, le famiglie si riunivano per aiutarsi l’un l’altro.
Il gruppo di persone intende al raccolto si dividevano in due gruppi, la prima operava in alto mediante l’aiuto delle scale e raccoglievano le olive a mano e poi le mettevano dentro la “Panarèllë “un marsupio di stoffa legata ai fianchi, una volta riempita era svuotata.( Come si vede nella foto)
Le persone a terra avevano il compito di raccogliere le olive dai rami più bassi, svuotare le “Panarèllë” scambiandole con quelle vuote per evitare che le persone perdessero tempo nello scendere dalle scale, raccogliere per terra le olive che involontariamente cadevano dall’alto e se cera tempo passare a lu “Crùvuellë “ le olive per pulirle da rametti e foglie e poi metterli nei sacchi.
Poi arrivo l’utilizzo delle reti e in seguito i rastrelli in plastica che snellirono il processo del raccolto, ora l’utilizzo degli abbacchiatori si è velocizzato il lavoro, riducendo la manodopera ed eliminando del tutto le scale, che negli anni hanno fatto collezionare molti infortuni a persone che sono cadute dalle piante mentre le utilizzavano.
Il risultato finale non è cambiato, l’unico scopo è riportare dal frantoio l’olio nelle proprie case.
Stefano Marchetta
…e poi arrivavamo noi, i ragazzini, a raccogliere “Li acinall” da vendere per poche lire a “Nonzacc”.