“Il maiale di Sant’Antonio abate”
In un tempo passato a San Salvo alla fiera di settembre, veniva comprato un maialino (‘nu purchetàllë) dal comitato festa Sant’Antonio abate, il sacerdote lo benediva, come segno di riconoscimento gli veniva messo un collare rosso. Questo era lasciato libero di girovagare per il paese e ogni persona poteva accudirlo e dargli da mangiare, perché tutti sapevano che era il maiale del Santo.
Alcuni giorni prima del 17 gennaio il maialino che nel frattempo era ben cresciuto, era messo all’asta e a volte capitava che qualcuno del comitato festa offrisse più degli altri pur di avere il maiale benedetto, con il suo ricavato si organizzava la festa per Sant’Antonio abate protettore degli animali.
Mi raccontava mio padre che una famiglia, in una notte di fine dicembre approfittando dell’oscurità, attirò e fece entrare il maiale nella loro casa e ne fecero salami per il loro egoistico piacere.
La mattina dopo la popolazione in breve tempo si rese conto che il maiale era scomparso forse rubato, ma nessuna sapeva cosa era successo, chi aveva osato macchiarsi di quel peccato.
Non passo tempo che su quella famiglia si abbatterono innumerevoli sciagure, prima morirono molti animali, poi uno dei loro figli, così in un breve periodo questa famiglia cadde in disgrazia.
Così tutti capirono che fine aveva fatto il maiale di Sant’Antonio.
Ps:(Voglio solo ricordare che una volta si faceva questa festa, con la relativa benedizione degli animali domestici davanti la chiesa, mentre per gli armenti numerosi il parroco andava nella varie masserie).
Stefano Marchetta