Tra il dire e il fare…
Tutti dicono che decenni fa, erano più felici.
Tutti rimpiangono la spensieratezza dei bei tempi andati.
Tutti criticano i giovani sempre con i cellullari in mano.
Tutti di qualunque età e sesso hanno sposato il moderno e nessuno vuole tornare indietro.
Tutti vivono rinchiusi nella loro piccola isola virtuale, piena di App.
Eppure basta poco un piccolo click e spostare la levetta su Off, per tornare a quelle origini tanto osannate.
Ma la morale è sempre la stessa: “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.
La Guerra dei Poveri.
La priorità dell’uomo.
Trombi.
Il Ciuccio Wi-Fi.
Si ritorna al lavoro…
Le votazioni.
La crisi…
I segreti…
C’era un tempo non tanto lontano, un tempo dove si sussurravano e si affidavano i propri segreti le proprie intimità dell’animo solo al proprio diario. Si regalavano diari (la parola “diario” dal latino dies = “giorno”) con i loro piccoli lucchetti dove le persone con un tipo di testo a carattere privato, personale, nella quale l’autore annotava giorno per giorno gli avvenimenti più significativi, le sue esperienze, le sue riflessioni, i suoi sentimenti e i suoi stati d’ animo veri non per piacere a qualcuno.
Tanto è vero che esiste “Il Piccolo museo del diario” che si trova a Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo.
Il Piccolo museo del diario è un intenso percorso multisensoriale per le preziose testimonianze autobiografiche che esso conserva. Un percorso attraverso le scritture di persone comuni che hanno raccontato la storia d’Italia da un punto di vista assolutamente inedito. Memorie private che da storie singole e personali sono diventate storie collettive e universali, affiancandosi così alla Storia con la S maiuscola e intrecciandosi ad essa a tal punto da far parlare di “storia scritta dal popolino”. Personalmente mi hanno colpito i diari dei ragazzi della Prima Guerra Mondiale, diari iniziati e finiti da un’unica persona, altri scritti da più persone che recuperavano il diario di commilitoni morti e qui la verità ritrova la sua identità più pura, quotidiana, schietta e onesta, senza filtri. Perché come si dice la storia viene scritta da chi vince, o per essere precisi scrivono la propaganda a cui vogliono indurci a credere.
Mentre ora diamo tutto in pasto a web per poche manciate di LIKE o per qualche FOLLOWER in più.