Dissero al suo ritorno a mio vecchio conoscente che era stato mandato a studiare in collegio per tanti anni avendo cambiato il suo modo di esprimersi: ”Ma hi mèssë la lànghë a la lavatrècë” (Ma hai messo la lingua nella lavatrice), questo per evidenziare che aveva depennato il dialetto. Così a volte mentre si parla in vernacolo con qualche paesano doc, ritornano alla mente parole ormai obsolete e antiche che nel trascorrere del tempo, anno dopo anno e nel susseguirsi delle generazioni non si usano più, eclissate, nascoste dal corrente modo di dialogare e dalle famiglie dove il parlato dei nostri padri è bandito, non è usato più, si deve parlare l’italiano. Parole come: ”Magnaruscìrtë, cudicáunë, micragnáusë, cacasànghë, crùšchë, saccòccë dë spènë, cacasëcchë, magnapidùcchië, cachitòštë, cudicáunë, cacazicchènë, tì lë rèccë a lë saccòccë”. Tutti questi termini sono solo sinonimi dialettali per dire in conformità a una situazione a un discorso che si sta facendo, una sola cosa: “SEI TIRCHIO e AVARO”.
<<Sei tirchio e avaro, tu quando guardi la messa in televisione, quando passano per questua tu cambi canale!>>