

Tì sì messë tra l’ùrië e lu cavàllë.
(Ti sei messo tra l’orzo e il cavallo).
Cioè, mettersi in una situazione pericolosa.
Tì sì messë tra l’ùrië e lu cavàllë.
(Ti sei messo tra l’orzo e il cavallo).
Cioè, mettersi in una situazione pericolosa.
É rimaštë sfasciuluòtë.
(É rimasto sfagiolato).
Si usa molto quando uno perde tutto al gioco, rimanere povero.
Lu cavàllë bbònë nn’armànë màjë senza sèllë.
(Il cavallo buono non rimane mai senza sella).
É di lu culàurë dë lu lèbbrë candë scàppë.
(É del colore ella lepre quando corre).
Tipica risposta di chi non vuol dire i suoi segreti.
Te’ l’òssë a la pànzë.
(Ha l’osso alla pancia).
Dicasi di persona che non ha voglia di lavorare, non si china neanche per raccogliere un centesimo.
È piccinìllë, é ‘bbrìttë e malecavátë.
( É piccolino, è brutto e mal fatto).
Espressione che si usa in modo dispreggiativo/apprezzamento nei confronti di una persona difficile da truffare.
A la fènë z’arcàndë lë pècherë.
(Alla fine si ricontano le pecore).
Questo per dire che al termine di qualunque progetto si tirano le somme, non dare mai niente per scontato.
Tìttë mi cèrchenë e nescìunë më vò.
(Tutti mi cercano e nessuno mi vuole).
Dicasi di persona che all’apparenza molto apprezzata, ma che nessuno sopporta.
Mettàmë l’èsenë a cumbuìttë.
(Mettiamo gli asini a confetti).
Modo di dire di quando non si crescono i figli con le giuste responsabilità.
Vàttë aripànnë a lu cambesàndë.
(Vatti a riporre al cimitero).
Dicasi a persona inutile