

Il fenomeno dei “Io mi trasformo”.
Tutti noi conosciamo qualcuno con una timidezza, con una poca loquacità, del vivere sempre ai margini quasi nell’ombra ma quando salgono su un’auto o una moto si trasformano.

Tutti noi conosciamo qualcuno con una timidezza, con una poca loquacità, del vivere sempre ai margini quasi nell’ombra ma quando salgono su un’auto o una moto si trasformano.
Ambra trèšte numunàte e vèšte.
(Ombra triste nominato e visto).
L’espressione idiomatica è ironica, un modo simpatico di far sapere all’interlocutore che stavamo proprio parlando di lui, quando questo arriva improvvisamente
Trèšte è chi la càse andò la hallène cànda e lu hàlle ammucciàije.
(Triste è quella casa dove la gallina canta e il gallo tace).
Questo modo di dire vuole enfatizzare i ruoli invertite in alcuni rapporti di coppia.
Le mèije màle, ze le màgne le purce.
(Le mele migliori, se li mangia il maiale).
Questa espressione viene usata quando situazioni favorevoli toccano a persone non meritevoli.
Addò štà lu Puàpe, štà Ròme.
(Dove sta il Papa, sta Roma).
Questo modo di dire, afferma che noi stiamo bene dove siamo felici.
Lu furnàre j’à mèsse la jànde.
(Il fornaio gli ha messo l’aggiunta).
A ‘ndò vi sènza ‘mbrëlle!
(Dove vai senza l’ombrello).
Questo per dire di non agire d’impulso senza le dovute protezioni.
La ràje de la sàre, aripìnnele pe la matène.
(La rabbia della sera, ripondila per la mattina).
Questo per consigliare di non agire d’istinto o di prima indenzione, riflettere e fare scielte ponderate.
L’essenza della vita:
“Canda nni ti la crede e mene ci pìnze, arrève la morte e ti fa’ la ggiòbbe”.
(Quando meno te l’aspetti e meno ci pensi, arriva la morte e ti toglie la vita):
La vicchiàje, ‘nu sacche de uàije.
(La vecchiaia, un sacco di guai).