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Gen 13, 2013 - Articoli, Le mie FOTOGRAFIE    No Comments

“Lë crùllë dë lë pepë”

Lë crùllë dë lë pepë ultimi sospiri di tradizioni che spariscono con l’avvicendarsi delle generazioni.

Vederli nelle case singole di persone della propria città di cui si conoscono le origini locali, indica un’usanza scontata, ma vederli su balconi di condomini di palazzi simboli di una città, lë crùllë dë lë pepë indicano una resistenza ai tempi che cambiano, un attaccamento al costume locale, una voglia di tradizioni che non devono morire, non deve essere soffocati dalle mode

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Lë crùllë dë lë pepë a cornë dë  cràpë, come ama sottolineare il mio amico Michele Molino, questi una volta essiccati al sole e poi macinati, in dosi dettata dall’esperienza tramandata di generazione in generazione, diventa l’ingrediente principale per fare: ” lë vendrècenë, lë saggeccë, lë fecatèzzë, lë sprèsciatë rìscë “ e altri tipi, insaccati tipici di questo pezzo d‘Italia.pep 1i             pep 4

Molti non partecipano nella famiglia al passaggio del testimone nell’imparare le tradizioni da parte di un genitore o di un nonno, sembra una vergogna, che non serva più.

Il nuovo è bello, ma ricordate non dobbiamo accettare passivamente che i vari Mc D. ci fanno diventare un copia incolla, un cliscè mondiale, ogni uno di noi ha una personalità di valore, sta a noi falla emergere, ogni uno sa cosa gli piace, non dobbiamo temere di manifestarlo, non bisogna aver paura di non essere nel mucchio della maggioranza di diventare la màsculë bbiànghë (la mosca bianca), diciamo mi piace ciò che piace e a chi non piace zë f…

Difendiamo la nostra cultura, il nostro passato, perché come diceva la filosofa Simone Weil :

“ Il bisogno di avere RADICI è il più importante e il meno conosciuto dell’animo umano “.

Stefano Marchetta

pep 2SalsicceAmici e salsicce

Gen 8, 2013 - Le mie FOTOGRAFIE, Poesie    No Comments

“LA PORCHETTA”

Quando arriva la festa

hai un profumo nella testa,

corri in bicicletta

a comprarti la porchetta.

 

Allegria e buon ‘umore

ti fa uscire da lù core,

se ti offrono la bruschetta

preferisci la porchetta.

 

Tutti ne vogliono un pezzettino

ma è meglio un bel panino,

se qualcuno è nà saetta

dagli nà bella fetta.

 

Il bello della porchetta

è che non vuole la forchetta,

di aromi è vestita

per leccarti anche le dita.

 

Seduto sulla panchina

assaggi la saporita crosticina,

il suo sapor è divino

anche se non lo mangi sul tavolino.

 

Se è cotta nel forno

non hai bisogno del contorno,

sul digiuno è nà vendetta

quando assapori la porchetta.

 

Anche la morte non ha fretta

quando c’è la porchetta,

grida forte per un’oretta

viva,viva la PORCHETTA.

Stefano Marchetta

Di Vilio porchetta

Dic 22, 2012 - Articoli, Le mie FOTOGRAFIE    No Comments

LU FÒCHË DË SAN TUMMUÒSSË

(Il fuoco di San Tommaso)

Un collega di lavoro non di San Salvo mi ha chiesto cosa legava la nostra città a San Tommaso e al fuoco, da dedicare ai due pur in modo semplice una festa?

Anche se sembra che ci sia qualcosa, bisogna ammettere con tutta sincerità che non centra niente, è solo il caso che nel 1845 il cardinale Carafa scelse il periodo antecedente il Santo Natale per donare al nostro paese l’urna contenenti le ossa di San Vitale, con i sigilli plumbei di Papa Benedetto XIV.

.Pier Luigi Carafa-                                               papa-Benedetto_XIV

(Cardinale Carafa)                                                      (Papa Benedetto XVI)

Bisogna immergersi nel periodo storico del vivere quotidiano, non è come adesso che basta uno squillo e si sa tutto, il popolo sapeva che la commissione mandata a prendere le reliquie doveva partire da Roma, ma s’ignoravano gli orari precisi di partenza e quando meno quello di arrivo.

Cosi al calar della sera, mentre un freddo pungente scendeva a far compagnia alla popolazione, gli stessi pensarono di accendere un fuoco per riscaldarsi nell’attesa dell’arrivo del Santo.

Basta pensare che se il tutto sarebbe successo in estate il fuoco non c’era.

             .DSCN0398         20-12-2012           DSCN0394

San Tommaso con tutto il rispetto è solo il santo scritto sul calendario il 20 Dicembre, potevano essere qualunque dei santi che leggiamo sui calendari, LU FÒCHË è solo una parte della scenografia come le case, le pietre, il fango, il freddo e tutto quello che cera quella sera, come quando ci sono state le due rievocazioni storiche fatte anni fa, dove ho avuto la fortuna di partecipare, i veri protagonisti sono stati il Popolo devoto e l’urna del Santo, tutto il resto ha fatto da cornice.

Andare a festeggiare il fuoco solo per gusto di far baldoria e mangiare come questo vivere moderno ci sta insegnando, è a tutti gli effetti una festa pagana non religiosa.

anno 2011 urna

(28-4-2011 l’urna con le ossa)

Il 20 dicembre è da ricordare come l’anniversario dell’arrivo delle reliquie del nostro Santo Padrone nella nostra città, niente di più è solo un meditare e un pregare e riscoprire i veri significati delle cose nella loro e semplice verità.

Stefano Marchetta

vanetta