Ott 23, 2014 - Articoli    No Comments

La Fàndë Vìcchë (la fonte vecchia).

La fàndë vìcchë (la fonte vecchia) sansalvese diede anche il nome alla vicina stradina in discesa, sotto il muraglione. E’ stata restaurata e stravolta nel suo aspetto originale diversi anni fa. L’antico acquedotto romano ipogeo (cioè una costruzione sotterranea, realizzata interamente dall’uomo o come riadattamento di cavità naturali) già alimentava fin dall’origine la vecchia fonte del borgo sansalvese che presentava un interessante sistema di tre vasche comunicanti a trabocchi decrescenti in altezza. L’acqua della fontana cadeva abbondante da due grosse cannelle metalliche. L’acqua dalla vasca di raccolta più alta raggiungeva progressivamente la vasca più bassa.

I sansalvesi bevevano l’acqua diretta che fuoriusciva dalle due cannelle metalliche. La vasca in laterizi più alta era l’abbeveratoio che raccoglieva l’acqua usata per abbeveraggio animale di asini, cavalli e buoi, la vicina vasca comunicante interposta subito dopo nel mezzo del sistema era il lavatoio usato per il bucato con le tavolozze di legno, l’ultima vasca posta più in basso raccoglieva l’acqua reflua sporca che era utilizzata per lavare le carni appena macellate o le casseruole, catini e tinozze della vendemmia o delle conserve alimentari. Tale sistema a vasche comunicanti consentiva l’uso razionale ergonomico dell’acqua sansalvese la cui potabilità era alquanto sgradita ai compaesani per l’eccessiva durezza organolettica. Fin dall’antichità la fonte vecchia fu molto preziosa per la comunità monastica sansalvese. I frati del medioevo utilizzarono quest’acqua anche per irrigare il vicino orto badiale, poi divenuto l’òrtë dë la fàndë (l’orto della fonte).

Stefano Marchetta

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