Gen 20, 2024 - Articoli    No Comments

Un’alzata di gonna

Ultimamente si parla molto di artisti che si mostrano quasi come mamma natura li ha fatte, sculettando e esagerando negli show, nei video clip pur avendo testi, contenuti validi e voci stupende. Facendo supporre che scelgono la porta larga, personalmente ritengo che il periodo storico vuole questo e di conseguenza tutti si adattano, bravi e meno bravi. L’importante avere successo non importa se si è solo una meteora, il lavoro non c’è, i valori si sono persi e la morale ormai è cosa passata di moda, antica. Probabilmente si è più sinceri e spontanei o forse perché lo fanno tutti ci si sente più giustificati, mentre un tempo ci si dava da fare più nell’ombra?

A tal proposito mi torna in mente un episodio successo a mio padre, noi abbiamo sempre coltivate pesche, un anno ci furono un paio di giorni di Garbino (Vento di libeccio) che accelerò il processo di maturazione del frutto. Come eravamo organizzati tutto a livello famigliare non eravamo ferrati nel giro dei braccianti a giornata. Così mio padre usci in cerca ti persone disposte venire a raccogliere le pesche chiedendo a conoscenti e non, fino a quando un signore lo indirizzo verso un’abitazione. Mio padre suono e venne ad aprire una bella signora a cui mio padre spiego le sue necessità, la signora ascoltò con molta attenzione e pacatamente rispose:

“Jé jià minè ottàure a purtà la scàle e lu tràgne pe quarandamelalère, ma jé me le huadàgne ‘nghe n’azzàte de hànne”!

(“Io devo venire per otto ore per portare la scala e il secchio per quarantamila lire, ma io me li guadagno con un’alzata di gonna”)

Mio padre rosso in volto se ne andò.

Stefano Marchetta

vanetta@mailxu.com masucci_erica@mailxu.com